Anafi Associazione, a livello organizzativo, prende in considerazione diversi  elementi  negli interventi di prevenzione del burn-out  fra i quali: l’organizzazione del lavoro; le relazioni che intercorrono tra le varie figure professionali che formano l’équipe; i compiti e le finalità della struttura; il monitoraggio e la supervisione dell’organizzazione nel suo complesso.

Anafi coerentemente con il modello psicosociale che definisce il burn-out come una sindrome multifattoriale, individua la prevenzione su più livelli: organizzativo, istituzionale e personale adottando sia la prevenzione primaria che quella secondaria al fine di ridurre il fenomeno:

  • PREVENZIONE PRIMARIA: Anafi individua durante la selezione del personale gli operatori socio-sanitari a rischio burn-out e identifica le possibili strategie e strumenti da utilizzare durante la vita professionale del personale.
  • PREVENZIONE SECONDARIA: informazione sulla sindrome; chiarire gli obiettivi lavorativi, i ruoli e le finalità delle prestazioni e dei programmi di intervento; supervisione del personale a rischio burn-out da parte di professionisti esperti del settore; lavoro di équipe al fine di condividere la procedura professionale più efficace per la gestione di situazioni critiche ad alto impatto emotivo, il potenziamento delle strategie individuali di fronteggiamento delle situazioni problematiche; formazione e supporto psicologico.

 

1) Informazione

2) Formazione

 

3) Supporto psicologico

 

 

1) Informazione: che mira a far conoscere questo fenomeno e ad offrire utili consigli per prevenirlo. Anafi Associazione dedica sul suo sito una pagina di consultazione sul fenomeno del burn –out contenente informazioni su come si manifesta e quali sono le possibili azioni da intraprendere. In questa sezione si mettono a disposizione del personale articoli di settore per un aggiornamento continuo sulla problematica e le possibili strategie e metodologie per affrontarla e superarla.


2) Formazione: Anafi pianifica annualmente la programmazione formativa del proprio personale socio sanitario, l’aggiornamento professionale, infatti, risulta essere anche un valido strumento di prevenzione del burn-out. Lo scopo è ottenere dei cambiamenti attraverso l’acquisizione di nuove conoscenze, lo sviluppo di nuove competenze e l’aumento della consapevolezza personale.


3) Supporto psicologico: Anafi  si avvale di psicologi e psicoterapeuti e tra le varie azioni e progetti che portano avanti vi è una campagna di prevenzione del burn-out. Il personale Anafi può chiedere, infatti, colloqui individuali di supporto psicologico al fine di:

  • Favorire la capacità di riconoscere eventuali problematiche che causano disagio e che costituiscono un fattore di rischio di burnout;
  • Migliorare la comunicazione di qualità;
  • Aumentare le capacità di problem solving;
  • Aumentare la capacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni;
  • Aumentare la consapevolezza di sé attraverso l’auto-osservazione.